Vendere prodotti per bambini e famiglie nell’era dell’experience economy

Le famiglie non vogliono solo comprare prodotti, ma vivere esperienze. Se vuoi che si fidino della tua azienda, organizza un evento su misura per loro.

 

Se hai letto l’intervista a Paola Achilli di De Nora, sai già che negli scorsi mesi mi sono messo a scrivere un libro sulla brand experience for kids.

Probabilmente, a primo acchito, questa scelta ti ha lasciato un po’ stupito. O magari – diciamoci la verità – più che stupito eri proprio perplesso. Se lo dico è perché in queste settimane ho iniziato a parlarne in giro con i miei colleghi, o anche con alcuni amici che fanno lavori totalmente diversi, e mi sono sentito rivolgere un sacco di domande.

Hai già il blog, Facebook, Linkedin… Ma ne vale la pena, di scrivere pure un libro? Ci sono davvero tutte queste cose da raccontare sugli eventi aziendali per bambini?

Da fuori, in effetti, sono obiezioni del tutto comprensibili. Le stesse che forse farei anch’io, se non fossi immerso in questo mondo ogni giorno.

Poi, girovagando nel sito del Corriere, ho trovato un numero che da solo spiega parecchie cose.

L’experience economy varrà 8,2 trilioni di dollari nel 2028

Lo ripeto: 8,2 trilioni di dollari, cioè 8.200 miliardi. E di cifre del genere c’è da fidarsi, visto che arrivano da una ricerca di Euromonitor.

Tra il 2014 e il 2016, continua l’articolo del Corriere, “la spesa dei consumatori Usa per ristoranti, viaggi e parchi divertimento è cresciuta a un ritmo quasi doppio rispetto alla spesa per consumi personali e quattro volte più veloce rispetto alla spesa per prodotti”.

E sappiamo bene che gli Stati Uniti, di norma, anticipano i trend a cui poi assistiamo in Europa (e in Italia) con qualche anno di ritardo.

A trainare questo cambiamento, manco a dirlo, sono i giovani. In Paesi come la Russia e la Cina gli status symbol hanno ancora molto valore, ma nel resto del mondo le cose sono cambiate. I ventenni e trentenni americani ed europei non hanno più nessuna voglia di spendere un sacco di soldi per comprare vestiti, auto o accessori da far vedere agli amici. Anzi, è proprio l’ultimo dei loro pensieri.

Preferiscono di gran lunga aprire il portafoglio per andare in vacanza, a un concerto, a fare un aperitivo.

Perché? Perché queste esperienze le vivono insieme ai loro amici, facendo in continuazione foto e video che postano in tempo reale su Facebook e Instagram, raggiungendo così centinaia o migliaia di persone.

Quali esperienze può creare un brand per i suoi clienti

Ma forse è il caso di fare un passo indietro, perché mi rendo conto che potrei aver creato un equivoco.

Se lavori per un’azienda che realizza o vende prodotti, non sto dicendo che devi chiudere bottega domani perché prima o poi nessuno li comprerà più. Sto dicendo una cosa ben diversa: devi creare delle esperienze legate al tuo brand. Se ci riuscirai, cavalcherai anche tu il fenomeno dell’experience economy e ne uscirai vincitore.

Il concetto di experience economy non me lo sono certo inventato io. I primi a metterlo nero su bianco sono stati due consulenti americani, B. Joseph Pine II e James H. Gilmore, che già nel 1988 hanno scritto un articolo per spiegare che il coinvolgimento del cliente è fondamentale per orientare il suo acquisto.

Questi due studiosi hanno addirittura fatto una classificazione delle esperienze, sulla base di due criteri: la partecipazione dello spettatore (da passiva ad attiva) e la connessione con l’evento (dall’assorbimento all’immersione). Lavorando su questi parametri, hanno identificato quattro tipologie:

  • Esperienze di intrattenimento (es. guardare la tv, ascoltare musica).
  • Esperienze educative (es. partecipare a un corso di formazione).
  • Esperienze estetiche (es. visitare un museo).
  • Esperienze di evasione (es. recitare a teatro, scalare una montagna).

Parti da qui e prova a fare mente locale: quali sono le esperienze che fai vivere ai tuoi clienti? Su quali vorresti metterti alla prova in futuro?

Gli italiani spendono sempre di più per far vivere esperienze ai loro figli

Non ho la pretesa di esaurire il tema dell’experience economy, tanto più perché questo trend sta cambiando le dinamiche di qualsiasi settore, dall’automotive alla ristorazione.

Preferisco restare con i piedi saldi a terra e parlare di quello che mi compete direttamente, cioè le feste e gli eventi aziendali per bambini.

Anche in questo caso, preferisco che siano i numeri a parlare per me. Per la precisione mi affido a quelli elaborati da Doxa Kids e presentati il 12 aprile 2018 alla quarta edizione dei Kids Marketing Days di Milano, l’unico evento italiano dedicato alle strategie di family marketing.

Gli italiani, testimonia la ricerca di Doxa, nel 2017 hanno speso in tutto 3,3 miliardi di euro per i bambini di età compresa tra i 3 e i 12 anni (che nel nostro Paese sono 6,2 milioni). Questo “totalone” è la somma di otto comparti: il primo manco a dirlo è quello dei giocattoli, che da solo copre quasi la metà del totale, seguito da parchi e acquari, cartoleria, edicola, libri, cinema, videogame e tv.

Il dato sui parchi e sugli acquari, secondo me, è proprio quello che merita più attenzione. Il loro giro d’affari sta vivendo un vero e proprio boom: nel 2017 ha raggiunto i 430 milioni di euro, il 7,5% in più rispetto all’anno precedente, con oltre 15 milioni di visitatori. È come dire che l’anno scorso un italiano su 4 è andato a Gardaland, Mirabilandia o simili.

Arrivato a questo punto, dovresti aver capito perfettamente il perché: al parco divertimenti i bambini vivono un’esperienza memorabile con la loro famiglia.

Un giocattolo in più o in meno, per loro, non fa nessuna differenza. Nelle loro case hanno già tutto quello che possono desiderare: basta un tablet per poter giocare con decine di videogame diversi o guardare qualsiasi cartone animato.

I genitori preferiscono quindi mettersi in auto, pagare un biglietto d’ingresso e fare la coda, pur di evadere dalla quotidianità e vivere dei momenti speciali, tutti insieme. Momenti da condividere sui social network e da raccontare agli amici.

Certo, una famiglia normale non può permettersi di andare ogni weekend a Gardaland. Ed è qui che entrano in gioco le aziende. Anche la tua, se vorrai.

Se riuscirai a organizzare un evento che fa vivere ai loro figli una giornata indimenticabile, i genitori inizieranno a considerarti come il loro migliore alleato.

E questi genitori possono essere i tuoi stessi dipendenti, se vuoi organizzare un family day aziendale, oppure i tuoi clienti, se vuoi partecipare a una fiera o allestire un corner in un centro commerciale.

Sei pronto a cominciare? Contattami e costruiremo insieme la tua brand experience for kids!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *